Alla ribalta sui principali mezzi di comunicazione internazionale, il nostro Paese incassa in questi giorni colpi su colpi. E' forse ancora presto per immaginare come e quanto tutto ciò potrà ripercuotersi sull'immagine dell'Italia e sulle sue attività economiche, soprattutto su quelle universalmente riconosciute come prodotti del tanto acclamato italian style, di cui il turismo è parte. Simon Anholt, uno dei massimi esperti mondiali di Destination Branding e consigliere indipendente di numerosi governi, pubblica ogni anno il Nation Brand Index, un rapporto che valuta il fascino, la credibilità e il potere delle identità nazionali nella percezione del resto del mondo. La nuova edizione del Nation Brand Index verrà presentato in occasione di TTG Incontri, la principale fiera del turismo business to business, in programma a Rimini dal 16 al 18 ottobre e organizzata da TTG Italia, società del Gruppo Rimini fiera. L'incontro con Simon Anholt sarà un'occasione per fare luce sui possibili scenari futuri. Il suo suggerimento per restituire smalto all'immagine del Paese è "generare nuove forme di collaborazione produttive trasversali ai diversi settori dell'economia e ai diversi ministeri". Anholt sottolinea che il turismo non è che una delle voci concorrenti alla creazione del destination branding, insieme all'industria, alla politica, alla gestione delle risorse ambientali e culturali presenti sul territorio nazionale. E la costruzione della "marca Italia" si fonda su tutti questi aspetti. «Non dimentichiamo - aggiunge Anholt - che l'Italia è un Paese con un brand tuttora molto forte, proprio grazie al suo patrimonio culturale, storico, alla creatività e al suo stile di vita. E se la sua immagine sta perdendo vigore, significa che ci sono problemi molto seri che vanno analizzati con altrettanta serietà». L'azione di rafforzamento del brand deve quindi provenire da più fronti. «Deve essere coordinato dall'alto - continua Anholt - con il contributo del legislatore cui spetta il compito di varare norme in favore di investimenti e innovazione. Tutto ciò in modo condiviso con gli operatori dell'economia, ma soprattutto con la popolazione del Paese, che è la sola vera proprietaria del country brand. E' infatti profondamente errato pensare che l'immagine di un Paese sia patrimonio governativo. In realtà - tiene a precisare Anholt - i governanti la ricevono solo temporaneamente in consegna ed è necessario che si impegnino a mantenerla alta, restituendola nelle migliori condizioni possibili al termine del mandato». Info: www.ttgitalia.it
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