L’alta ristorazione fa anche del bene
Pubblicato il: 11/12/2009

Fatti&Personaggi: Ristorante Il Rigoletto


Più di 120 persone hanno scelto di dedicare la domenica pomeriggio alla cultura e all'alta ristorazione. Alla Biblioteca di Reggiolo, in una sala gremita di gente, si è tenuta la presentazione del libro "Gianni D'Amato - Sinfonie del Gusto al Rigoletto". Alla presentazione è seguita la serata alla Rocca di Reggiolo, il cui ricavato è stato devoluto a sostegno delle attività del Centro Disabili Sartoretti di Reggiolo. Anche in questo caso è stato registrato il tutto esaurito.

L'appuntamento culturale più importante è stato l'incontro alla biblioteca, presenti il Sindaco di Reggiolo, Barbara Bernardelli, l'autrice Ilaria Santomanco, l'editore Gribaudo rappresentato da Carlo Vischi, il Prof. Gianfranco Marchesi e, ovviamente, Gianni D'Amato, chef patròn del Rigoletto. A lui è stato dedicato il volume inserito nella collana di libri dedicati ai grandi chef italiani che, per la prima volta, ha scelto un nome dell'Emilia Romagna. L'incontro si è chiuso con la relazione del Prof. Gianfranco Marchesi sulle relazioni tra cibo e psiche, ma anche ristorazione e arte. Tra i molti argomenti trattati, di particolare interesse le connessioni tra personalità e gusti alimentari, ancora poco studiati dalla psicologia, dai quali emerge che i vari gusti evocano emozioni e caratteri diversi. Il dolce è tenero, buono e consolatorio, il piccante è accattivante, il salato e l'acido danno una sensazione forte, l'amaro è adulto. Chi preferisce il salato si caratterizza per maggiore assertività, energia, dinamismo. Chi preferisce il dolce mostra più spesso radici di tipo femminile improntate all'affiliazione, alla dipendenza, alla ricerca di un contesto protettivo.

Altrettanto interessante è stata la spiegazione della dinamica di cosa avviene nella mente del grande chef quando nasce l'ispirazione. Questa parte dal pensiero primario è tipica del sogno e dell'ipnosi. L'ispirazione creativa comporta spesso la regressione ad uno stato di coscienza primario, lo stato in cui si svolgono le associazioni e che favorisce la scoperta di nuove combinazioni di elementi mentali (Kris, 1952). Quando si passa dalla veglia attiva alla fantasticheria, al sogno ad occhi aperti e infine al sonno, l'attivazione corticale diminuisce sempre più. Spesso il manifestarsi di un'idea o di una soluzione creativa dipende dal fatto che la corteccia cerebrale frontale "spenga" l'attività di numerose aree corticali bloccando così quei pensieri irrilevanti. Anche gli studi condotti in tale ambito confermano che la creatività dipende dalla capacità di mettere in silenzio l'emisfero sinistro e dare via libera a quello destro o, più in generale, di saper attenuare la corteccia frontale in modo che emergano con fluidità associazioni, metafore, analogie con cui dare vita a qualcosa di nuovo, di creativo appunto. Tutti questi processi avvengono anche nella mente del grande chef.

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