L'Istituto Nazionale Italiano per il Commercio Estero (ICE) e l'Associazione Italiana Fabbricanti Articoli Ottici (Anfao) presentano la mostra "Eyewear from the Beginning to the Future; The history of Eyeglasses from their Invention in Italy to the Latest Trends", una retrospettiva che, oltre a raccontare l'affascinante storia dell'occhialeria, sottolinea la qualità, l'eccellenza produttiva e il design innovativo del made in Italy. L'esposizione, allestita a New York all'interno della Vanderbilt Hall al Grand Central Terminal dal 19 al 24 marzo, propone una lettura cronologica del design degli occhiali, dalla loro invenzione in Italia nel XIII secolo fino al giorno d'oggi e oltre.
L'ambasciatore Umberto Vattani, presidente dell'Istituto Nazionale per il Commercio Estero (ICE) ha commentato: "Siamo molto felici di collaborare con ANFAO per la realizzazione di questa emozionante mostra storica. L'esposizione cattura e comunica la straordinaria eredità dell'eccellenza nel design che caratterizza anche l'occhialeria italiana e celebra l'eleganza, lo stile e l'innovazione attraverso la "lente" di un'iconica produzione italiana". Il design e la creatività italiana caratterizzano le aziende più prestigiose e riconoscibili nel mondo in tutti i settori del lifestyle, da sempre oggetto di ammirazione e rispetto internazionali. Gli occhiali made in Italy non fanno eccezione: sono un accessorio di lusso e funzionale, di massima visibilità, con il quale i consumatori possono decorare il volto definendo il proprio stile.
"Gli Stati Uniti sono il mercato più ampio per l'occhialeria di qualità!", afferma Vittorio Tabacchi, Presidente dell'Associazione Italiana Fabbricanti Articoli Ottici (ANFAO). "La lunga storia del made in Italy nei settori della moda, design e tecnologia ha permesso ai prodotti italiani di diventare dei classici oltre che di anticipare le tendenze future. Numerosi modelli iconici saranno esposti a questa mostra e durante l'International Vision Expo 2010 di New York che si terrà in contemporanea".
Ideata dal pluripremiato architetto italiano Giorgio Borruso e curata da Alessandra Albarello, l'esposizione trae ispirazione dall'icona di Jacqueline Kennedy Onassis, first lady e cittadina di New York, che si è battuta per la conservazione del Grand Central Terminal preoccupata che la moderna architettura della città stesse creando "un mondo di scatole d'acciaio e di vetro". L'installazione di Borruso rimodella la tradizionale teca espositiva, trasformandola in una città frattale e abitabile.
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