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Melody Aurora Sara
(9 anni)



 
 

 

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Pubblicato il: 14/09/2009

Arabia Saudita, la regina dei deserti

Dai TourOperator: I Viaggi di Maurizio Levi > Da ottobre 2009 a marzo 2010

Sebbene per dimensioni si tratti di gran lunga della maggiore (80 per cento del totale), l'Arabia Saudita rappresenta la nazione meno conosciuta e frequentata di tutta la penisola arabica. Niente da spartire con Giordania, Egitto, Yemen, Oman e Emirati, gli altri Paesi confinanti che brulicano invece di visitatori, forse perché le frontiere dell'Arabia sono state aperte solo di recente, e con notevoli limitazioni, tanto da poter parlare di una delle ultime mete del turismo internazionale. La terra natale del profeta Maometto, dell'Islam e delle città sacre di Mecca e Medina è desertica per ben il 95 per cento della sua superficie, con alcune delle aree aride più vaste del pianeta, come Al Nafud nel nord, regno dei pastori nomadi bedù con le loro tende mobili di lana e le mandrie di capre e cammelli (ma anche con moderni fuoristrada, cellulari e tv satellitari), e il Rub al Khali nel centro-sud, esteso su metà del Paese, la maggior distesa continua di dune del mondo, spopolato e da sempre inaccessibile, attraversato per la prima volta dall'esploratore inglese Thesiger soltanto nel 1950. Ma anche una terra di oasi verdeggianti (Al-Hofuf è la maggiore del mondo, con 1,5 milioni di palme), montagne nel sud-ovest alte fino a 3mila metri con le caratteristiche case-torri di stile yemenita, e spiagge infinite e deserte sul Mar Rosso, come il promontorio di Ras Ash Sheikh Humayyd nel golfo di Aqaba di fronte alla penisola del Sinai, di una bellezza mozzafiato. Un Paese con una storia che parte molto da lontano: possiede quasi 200mila siti di incisioni preistoriche rupestri, le più vecchie risalenti a 13mila anni or sono, quando l'Arabia era una savana verde come il Sahara dell'epoca, con una abbondante fauna selvatica, fiumi e laghi alimentati dalle piogge. Senza parlare delle ricchezze accumulate in epoca storica dal passaggio della Via dell'Incenso per portare le spezie dal sud della penisola fino al Mediterraneo, e poi dei grandi astronomi, matematici, medici, filosofi e letterati prodotti dalla civiltà araba. Tutti considerano le tombe rupestri di Petra, nel deserto giordano, uno dei siti storici più suggestivi del Medioriente. Nessuno sa invece che presso Medain Saleh, in un contesto non meno affascinante, nella necropoli di Hegra ci sono ben 130 tombe analoghe scavate nella roccia, con ingressi maestosi a forma di templi decorati da colonne, capitelli e architravi, a cavallo dell'epoca cristiana dalla stessa popolazione, i Nabatei, in quanto Petra ed Hegra erano i due maggiori capisaldi della più antica via carovaniera della storia. Fino al 1938 i sauditi vivevano miseramente di pastorizia, datteri e pesca delle perle. Se nel volgere di mezzo secolo il petrolio, di cui è il maggior produttore con un quarto delle riserve mondiali, è riuscito a trasformarlo in una delle nazioni più ricche, con città come Jeddah e Riyadh decisamente avveniristiche e traboccanti di tecnologia, resta pur sempre un Paese pieno di contraddizioni, con un presente in perenne bilico tra passato e futuro, le cui radici continuano però ad affondare nel deserto da cui proviene. Paese dunque turisticamente assai interessante, ma anche conservatore, maschilista e rigido custode dell'ortodossia islamica, che impone però al visitatore regole inderogabili: solo viaggi di gruppo su percorsi prestabiliti, niente campeggio nel deserto, impossibilità di accesso alle moschee e alle città sacre, divieto di alcol, droga e pornografia, abbigliamento castigato per gli uomini, mentre le donne debbono indossare in pubblico una tunica nera, l'abaya, che le ricopre dalla testa ai piedi. Ma ne vale sicuramente la pena.

IL VIAGGIO. L'operatore milanese "I Viaggi di Maurizio Levi" è il primo a proporre come novità un tour di 12 giorni che tocca tutte le più interessanti località dell'Arabia Saudita. L'itinerario parte da Riyadh, l'avveniristica capitale in mezzo al deserto, per puntare a sud ai suggestivi monti Asir dove si visiteranno caratteristici villaggi con le tipiche case-torri dell'architettura yemenita, il singolare villaggio di Al Habalah raggiungibile solo in funivia in quanto abbarbicato su una falesia di 300 m, le torri di fango dell'oasi di Najran, una misconosciuta perla saudita ai confini con lo Yemen, i resti di Al-Ukhadud, città carovaniera risalente al 600 a.C. e infine Bir Himma, ai bordi dell'enorme deserto del Rub al Khali, con le sue eloquenti incisioni rupestri. In volo ci si sposta a nord per compiere l'attraversamento dell'Hisma Valley, caratterizzata da spettacolari formazioni di roccia come faraglioni, archi e torrioni che affiorano da dune dall'incredibile colore rosso mattone; si tratta della stessa formazione geologica del non lontano Wadi Rum giordano, ma assai più vasta e grandiosa.  Superati canyon e vallate si raggiunge la costa del Mar Rosso, dove baie nascoste, spiagge incontaminate e mare cristallino invitano ad un bagno, quindi dopo aver scavalcato le alte montagne dell'Haijaz si ritorna nel deserto fino all'oasi di El Ula, con un bel palmeto e case di fango, dove si trova la necropoli rupestre di Dedan, datata tra 6° e 2° secolo a.C. e menzionata nell'Antico Testamento. Percorrendo un incredibile paesaggio di pinnacoli policromi di roccia curiosamente erosi in mille forme bizzarre si raggiunge il sito archeologico di Madain Saleh, con le suggestive tombe rupestri dell'antica Hegra scolpite all'esterno a forma di tempio e infine Jeddah, la maggior città portuale sul mar Rosso con quartieri dall'architettura tradizionale, case di corallo e mercati pieni di vita. Partenze per piccoli gruppi con voli di linea Saudi Arabian Airlines da Milano da ottobre 2009 a marzo 2010, pernottamenti in hotel a 3, 4 e 5 stelle con pensione completa, accompagnatore dall'Italia, quote da 3.550 euro. In Arabia Saudita Viaggi Levi organizza anche un tour di 8 giorni dedicato al solo nord, con quote da 2.930 euro.

Info:

www.deserti-viaggilevi.it

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