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Pubblicato il: 21/09/2009

Egitto: Alessandria e le oasi nel deserto

Dai Tour Operator: Adenium – Soluzioni di viaggio > 17/26 ottobre 2009

Molti limitano l'Egitto turistico alla capitale e alla valle del Nilo, dove per altro si concentrano i maggiori tesori della civiltà egizia, trascurando altre due località di rilevante importanza storica, artistica e ambientale: Alessandria e il Gran Mare di Sabbia.
ALESSANDRIA. La seconda metropoli egiziana e maggior porto del Mediterraneo, è una città vivace, moderna, colta e cosmopolita, dove alle eloquenti tracce del glorioso passato si affianca oggi l'avveniristica biblioteca internazionale, deposito di ogni sapere. Alessandria ha svolto un ruolo fondamentale nella storia della cultura, solo in parte testimoniato dalla presenza dell'antica biblioteca, la maggiore del mondo antico. Quando, alla morte di Alessandro Magno, divenne il centro culturale più importante del mondo ellenistico, ha infatti regalato all'umanità una serie di scoperte scientifiche e tecnologiche fondamentali come gli automatismi idraulici e a vapore di Erone, la pompa a stantuffo e l'organo musicale a canne di Ctesibio, il carro ad acqua dei pompieri, gli orologi pubblici ad acqua e forse anche gli antesignani del cinema e del computer. Non a caso possedeva la più grande biblioteca dell'antichità, dove studiarono personaggi del calibro di Euclide ed Archimede, il poeta Callimaco, il matematico Eratostene (il primo a calcolare con incredibile esattezza la circonferenza della terra) e il filosofo Carneade, e il maggior faro, alto 100 metri, considerato una delle sette meraviglie del mondo, la cui luce si vedeva a 50 km di distanza.
IL GRAN MARE DI SABBIA. Occupa i due terzi del territorio egiziano, e costituisce uno dei deserti più estesi, più arido e meno frequentato di tutto il Sahara.  Parliamo dallo stesso deserto che nel 524 a.C. inghiottì misteriosamente l'armata di 50mila soldati dell'imperatore persiano Cambise diretta all'oasi di Siwa, dove non arrivò mai e di cui non è emersa finora nessuna traccia. Fino al 1920/1930, all'avvento dei mezzi meccanici, diversi tratti risultavano ancora inesplorati e ancora oggi sono ben pochi ad avventurarsi in questo mondo minerale. Solo durante l'ultima guerra mondiale italiani e tedeschi da una parte, inglesi ed egiziani dall'altra, lo attraversarono più volte per infiltrarsi dietro le linee nemiche, come descritto nel romanzo e nel film "Il paziente inglese". Soltanto di recente il turismo ha scoperto il fascino e le attrattive di questa regione, lunga 600 chilometri e larga poco meno: enormi distese di dune policrome alte fino a 150 metri, non solcate da alcuna strada o pista, una fitta rete di corridoi interdunali, vaste depressioni che scendono sotto il livello del mare, strumenti litici, incisioni e pitture preistoriche risalenti all'epoca in cui il Sahara era verde e popolato da uomini ed animali, templi, fortezze e tombe dipinte di epoca egizia, tolemaica, romana e copta, resti fossili, enormi laghi salati, le incredibili formazioni calcaree di un bianco accecante curiosamente erose nel Deserto Bianco. E poi, l'inimmaginabile prosperità di una serie di oasi con esuberanti palmeti, case di fango, innumerevoli sorgenti minerali calde e fredde e consistenti laghi. Unici punti di vita alcune oasi, situate sui margini orientali; oasi fondamentali per consentire ancora oggi la presenza umana. Già lo storico e geografo greco Erodoto le definì "isole benedette" per la loro importante funzione di punti nevralgici lungo le rotte commerciali tra l'Africa interna e il Mediterraneo. Siwa, la più bella, grande e famosa delle oasi egiziane, sede nell'antichità di uno degli oracoli più gettonati, lo stesso che proclamò Alessandro Magno figlio di Zeus e faraone d'Egitto, con il tempio dell'oracolo e quello di Amon, le tombe rupestri dipinte della necropoli tolemaica, la fortezza di Shali del XII sec. costruita con blocchi di sale, le numerose sorgenti e gli estesi laghi; l'oasi di Bahariya, dove nel 1994 fu scoperta la maggior necropoli di epoca ellenistica-romana, ricca di 400 sorgenti minerali e solforose;  la depressione di El-Areg con pinnacoli rocciosi erosi che affiorano da formazioni saline bianche; l'oasi di Farafra circondata dall'inquietante deserto nero vulcanico, quindi Dakhla con la sua cittadella islamica del VII sec. e infine Karga, la più estesa, con i suoi templi di età faraonica e romana.
IL VIAGGIO. L'operatore milanese "Adenium - Soluzioni di viaggio" propone dal 17 al 26 ottobre un tour di 10 giorni in Egitto, dedicato alla visita di Alessandria, del sacrario di El Alamein e delle oasi del deserto occidentale. Volo di linea da Milano, percorso in pullman e fuoristrada con guida e accompagnatore italiani, soggiorno in hotel a 4 e 5 stelle con pensione completa, visti, ingressi, assicurazione e documentazione costano da 1.990 euro.
Info:
www.adeniumtravel.it

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