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Pubblicato il: 15/03/2010

Gli arazzi dei Gonzaga, bellezza e magnificenza

AgendaEventi: Mantova > Fino al 27 giugno 2010

«Una mostra di tale bellezza e qualità, un dispiego di magnificenza della corte dei Gonzaga». Con queste parole è stata presentata la nuova mostra, audace per le difficoltà oggettive legate a un'esposizione di arazzi, che vuole Mantova continuare ad essere un faro nella cultura d'Italia. Palazzo Te, il Museo Diocesano e il Palazzo Ducale di Mantova offrono un viaggio affascinante tra la seta e i colori di alcune magnifiche, grandiose opere fatte realizzare dai Gonzaga nel Rinascimento. D'altronde gli arazzi sono stati la componente ornamentale mobile prediletta di re e nobili di tutta Europa e dalla metà del Trecento ne hanno rappresentato la parte primaria. Tessuti di dimensioni gigantesche, veri e propri affreschi mobili, facili da trasportare da una residenza all'altra, da appendere e staccare. Oltre a svolgere la funzione di difendere dal freddo e dalle intemperie, dovevano anche costituire uno sfondo variopinto e conforme ai desideri dei committenti, manifestarne la ricchezza e il prestigio. La maggior parte era realizzata da artisti fiamminghi e proponeva scene campestri che offrivano durante le stagioni più rigide la possibilità di usufruire di una specie di "giardino d'inverno". Ma ne esistevano anche altri con intessute storie complesse e considerate sia dei modelli sia dei suggerimenti autocelebrativi dei loro proprietari. Per un cardinale venivano ad esempio commissionate storie di eroi biblici, come Davide o Saul o Mosé, o di personaggi cristiani dagli "Atti degli apostoli". Per un uomo d'armi s'intessevano storie profane, come quelle di Enea o di Alessandro o le Fatiche di Ercole. L'esposizione (inaugurata il 14 marzo proseguirà fino al 27 giugno) attraverso le opere dispiegate nelle tre sedi offre suggestioni, per varietà dei soggetti e bellezza delle trame, che ben rappresentano l'importanza di quest'arte nell'Europa rinascimentale.

La mostra presenta una selezione (34 opere a Palazzo Te, sei al Museo Diocesano "Francesco Gonzaga" e i nove arazzi che rappresentano il Ciclo degli "Atti degli Apostoli" permanentemente esposti a l Museo di Palazzo Ducale) degli arazzi più belli appartenuti ai Gonzaga e realizzati durante il Rinascimento unitamente ad alcune testimonianze documentarie. Quasi tutti gli arazzi furono realizzati nelle Fiandre, oppure in Italia a opera di arazzieri di origine fiamminga. A quell'epoca i Paesi Bassi meridionali erano i maggiori produttori di arazzi, con Bruxelles come epicentro e con Anversa come principale centro di vendita grazie al porto più grande del Nord Europa, sede di un mercato apposito, il cosidetto "tapissierspand".  La maggior parte dei tessitori rimangono senza nome, anche se i loro prodotti sono contraddistinti dai marchi di bottega, obbligatori a Bruxelles dopo il 1528.

I signori di Mantova acquistarono degli arazzi fin dal Quattrocento, seguendo in questo l'esempio delle altre grandi famiglie italiane, come gli Estensi a Ferrara o i Farnese a Parma. Ma fu soprattutto nel Cinquecento che il loro acquisto conobbe un forte incremento per via dell'interesse nutrito verso questa particolare arte dai tre figli di Francesco II Gonzaga (1466-1519), quarto marchese di Mantova, e di Isabella d'Este (1474-1539): Federico II (1500-1540), primo duca e committente di Palazzo Te; Ercole (1505-1563), cardinale e legato pontificio al Concilio di Trento, e Ferrante (1507-1557), comandante in capo delle truppe imperiali, poi governatore di Milano e fondatore del ramo di Guastalla. Le loro collezioni, e in parte minore anche quelle dei loro successori, ebbero dimensioni imponenti. L'inventario di Federico dopo la sua morte, avvenuta nel 1541, parla 315 pezzi anche se, purtroppo, senza molti dettagli relativamente ai soggetti. Quello dei signori di Guastalla, eredi di Ferrante, redatto nel 1590, comprende 27 serie per un totale di 172 arazzi; infine quello dei duchi di Mantova, stilato nel 1614, ne segnala 57 per un totale di 386 pezzi. Molti di questi nei secoli seguenti andarono incontro a distruzione, o furono consunti dall'uso, molti vennero acquisti da altri nobili italiani. Tanto è vero che quando nel 1749 il ramo dei Gonzaga di Guastalla si estinse, gli arazzi sopravvissuti erano solo 58. Tutto ciò che è giunto fino a noi non è che una piccola parte dei tesori dei tre figli di Isabella: un arazzo che fu del duca Federico, 21 di Ercole e 30 di Ferrante, per un totale di 52 opere. Una buona parte è oggi esposta in mostra a Palazzo Te, insieme ad alcuni lavori dell'inizio e della fine del Cinquecento.

Biglietto cumulativo per le tre sedi della mostra: 13 euro. Skira, con il Centro Internazionale d'Arte e Cultura di Palazzo Te, ha pubblicato due volumi: "Gli arazzi dei Gonzaga nel Rinascimento" (pagine 296, prezzo 65 euro) e una guida breve alla mostra che funge da catalogo (pagine 120, prezzo 16 euro).

Info:
www.centropalazzote.it

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